Adolescenti e Rispecchiamento delle emozioni

Dopo un’intesa settimana di lavoro una domanda mi frulla per la testa: ma noi adulti quando la smetteremo di giudicare gli adolescenti?

Non può piangere per una cosa simile, Non può eccitarsi in questo modo, Non può reagire così per nulla…

❗Non può e non deve.
Ecco qui i nostri migliori nemici in assoluto, quelli che distruggono la relazione con noi stessi e con i nostri cari.

L’assenza di un oggetto che rispecchi e dopo rifletta le esperienze dell’adolescente infatti creerà un vuoto nel Sé, lasciando i ragazzi con una realtà interna senza nome e a volte davvero terrificante. In poche parole non è possibile quel processo chiamato simbolizzazione e al contrario, l’adolescente interiorizzerà la rappresentazione dello stato del genitore o dell’adulto, che non coincide con l’esperienza interna dell’adolescente.

Si crea una non simbolizzazione, quella che Fonagy e Target chiamano un’esperienza aliena nel Sé, basata sulle rappresentazioni dell’altro nel Sé che interferisce nella relazione tra pensiero e identità. Infatti le idee e i sentimenti vengono esperiti come qualcosa che non appartengono al Sé. Il senso di coerenza del Sé viene distrutto dal Sé alieno e ristabilito per mezzo di una proiezione intensa e costante.

L’adulto deve incoraggiare l’adolescente ad essere attento a percepire i segnali dei suoi pensieri e sentimenti, massimizzando le opportunità di internalizzare i rispecchiamenti dei propri stati mentali.

✅ Come professionista vi esorto a non dare un vostro valore personale alle emozioni altrui, bensì compito degli adulti e soprattutto degli educatori (insegnanti, accompagnatori alle gite, genitori, catechisti) é quello di rispecchiare le emozioni degli adolescenti per restituirgliele in una forma generatrice di moltissime sfumature.