L’arresto del processo genitoriale

Laddove la genitorialità implichi una dimensione interna simbolica che tenga conto della realtà
del mondo interno e della realtà concreta del genitore, l’arresto genitoriale può essere
rappresentato da distorsioni e deformazioni di immagini, stati mentali e intenzioni dei figli che
siano durature nel tempo, strutturati e persistenti. L’arresto del processo genitoriale è strettamente legato a quanto rigido e cristalizzato è divenuto il sistema di rappresentazioni dei genitori.

Tra gli elementi che possono cristallizzarsi e irrigidirsi per cui tendere verso un arresto del
processo genitoriale ci sono le componenti narcisistiche, per cui il genitore vive il figlio come
una parte di sé, gli investimenti oggettuali ovvero l’impossibilità o la difficoltà a riconoscere il
figlio come altro da sé e proiezioni di immagini infantili e oggetti interni sul figlio che sono
danneggiati, idealizzati, abbandonici, ostili o persecutori. Subentra così un modo inconscio di
alterare e occupare la relazioni con il figlio: non vengono viste, pensate e vissute le attuali
caratteristiche del figlio anzi, i figli stessi divengono bersagli delle esternalizzazioni dei propri
genitori.

I compiti della genitorialità

Uno dei compiti della genitorialità è quello di elaborare costantemente i propri ruoli e funzioni, sia precedenti alla nascita del figlio che attuali, tollerare le perdite i lutti evolutivi, contenere gli aspetti irrisolti del sé e limitare le ansie riparative. Infatti uno degli aspetti peculiari della genitorialità e dover fare i conti con un processo di identificazioni con i propri genitori e con le proprie parti infantili talvolta rappresentate dai figli.

Indicatori dell’arresto del processo genitoriale

Alcuni indicatori dell’arresto del processo genitoriali possono essere: un basso grado di tolleranza
alla realtà emotiva del figlio, negazione degli aspetti del bambino quando non sono conformi ai
loro desideri inconsci e perciò oscurano le reali caratteristiche del figlio, fusione fra le proprie
soggettività e quelle del figlio.

La diade che può instaurarsi è quindi basata su processi persecutivi o riparativi al fine di
minimizzare la tensione interna genitoriale. Ma è il perpetrare questi processi relazionali che fa sì
che si possano instaurare modelli disturbati di relazione in cui i genitori manifestano un vero e
proprio crollo sia sul piano delle competenze procedurali che simboliche.

Riparare la crisi

Con una buona alleanza terapeutica, all’interno di un percorso psicoterapico è possibile riflettere sugli equilibri soggettivi familiari, sull’esplorazione di nuove strategie che mirino ad un modello partecipato di regolazione emotiva dove genitori e figli potranno vivere ed esprimere in modo sano la propria soggettualità.