Psicoterapia Psicoanalitica: 7 Falsi Miti da Sfatare per Capirla Davvero

La psicoterapia psicoanalitica è una delle forme più longeve di trattamento psicologico, ma è anche avvolta da una serie di pregiudizi e miti. Spesso fraintesa o ridotta a stereotipi, questa forma di terapia può apparire misteriosa o inefficace per chi non la conosce a fondo. Vediamo insieme sette dei miti più comuni che circondano la psicoterapia psicoanalitica e facciamo chiarezza su cosa accade davvero nel corso di questo tipo di trattamento.

1. “La psicoanalisi è solo per chi ha problemi gravi o disturbi mentali gravi”

Uno dei miti più diffusi è che la psicoterapia psicoanalitica sia riservata solo a persone con disturbi mentali seri o patologie psichiatriche gravi. In realtà, questa forma di terapia è adatta a chiunque voglia esplorare più a fondo i propri pensieri, emozioni e comportamenti. In questi anni ho accompagnato persone che si avvicinavo al percorso per affrontare ansia, depressione, difficoltà relazionali o semplicemente per migliorare la comprensione di sé stessi. La psicoterapia psicoanalitica è una modalità di trattamento flessibile che può essere utile in vari momenti della vita, non solo nei casi estremi.

2. “Si tratta solo di parlare del proprio passato e della propria infanzia”

Sebbene l’esplorazione delle esperienze infantili sia una parte importante della psicoanalisi, questa non è l’unica componente. Il passato è analizzato per comprendere come certi schemi si ripetano nel presente, ma l’obiettivo è sempre quello di lavorare sui problemi attuali. Le sedute non si limitano a rivivere ed elaborare traumi infantili, ma aiutano il paziente a capire come le esperienze passate influenzano il suo modo di affrontare il presente e le relazioni contemporanee.

3. “La terapia psicoanalitica dura per anni e anni senza fine”

È vero che la psicoterapia psicoanalitica tende ad avere una durata più lunga rispetto a terapie focalizzate e brevi, ma non è necessariamente un processo infinito. La durata del trattamento varia da persona a persona e dipende dagli obiettivi terapeutici, dalla profondità del lavoro richiesto e dalle specifiche esigenze del paziente. Alcune persone trovano benefici in pochi mesi, mentre altre scelgono di proseguire più a lungo per approfondire ulteriormente il proprio mondo interiore. Infatti raggiunti i primi obiettivi concordati, è sempre una scelta dei pazienti se proseguire oppure formulare un saluto – che sia un arrivederci o un addio!

4. “È una terapia passiva: il terapeuta non dice nulla e non offre consigli”

Un altro mito comune è che il terapeuta psicoanalitico rimanga silenzioso per tutta la seduta, ascoltando senza mai intervenire. In realtà, il terapeuta è molto attivo nel processo, anche se l’intervento non avviene sotto forma di consigli diretti o indicazioni comportamentali. Attraverso le sue osservazioni e interpretazioni, il terapeuta aiuta il paziente a esplorare e comprendere i significati nascosti dietro i suoi pensieri, emozioni e azioni. Il dialogo tra paziente e terapeuta è fondamentale per sviluppare nuove intuizioni e consapevolezze. Inoltre non dobbiamo tralasciare che ogni terapeuta ha un carattere e una personalità propria che entrerà inevitabilmente nel processo psicoterapico.

5. “Si parla solo di sesso e di sogni”

Freud è stato uno dei primi a sottolineare l’importanza della sessualità nello sviluppo psicologico, il che ha portato molti a credere che la psicoanalisi si concentri esclusivamente su questi aspetti. Tuttavia, la psicoterapia psicoanalitica contemporanea esplora una vasta gamma di temi, tra cui relazioni, emozioni, conflitti interiori e significati personali. I sogni possono essere un mezzo importante per accedere all’inconscio, ma non sono l’unico strumento utilizzato in terapia. Come psicoterapeuta psicoanalitica incoraggio i miei pazienti a lavorare sui sogni ma ci sono moltissime altre tecniche come per esempio la scrittura creativa, focalizzazione immaginativa, focalizzazione corporea e così via…

6. “La psicoanalisi non è scientifica”

Questo mito nasce dal fatto che la psicoanalisi non segue lo stesso modello sperimentale delle scienze naturali. Tuttavia, è basata su oltre un secolo di osservazione clinica e ricerca, e molte delle sue teorie sono supportate da studi moderni, in particolare nella psicologia del profondo e nelle neuroscienze. Ad esempio, la nozione di un inconscio che guida molti dei nostri comportamenti è ampiamente accettata e sostenuta da ricerche neuroscientifiche sulla mente non consapevole. Io stessa mi occupo di ricerca come ricercatrice indipendente (lascio link dell’ultima ricerca in collaborazione con l’Università degli studi di Bergamo).

7. “La terapia psicoanalitica è solo per persone di una certa élite sociale”

C’è l’idea errata che la psicoterapia psicoanalitica sia un lusso riservato a persone ricche o con uno status sociale elevato. Sebbene ci siano costi associati alla terapia, oggi ci sono molte opzioni accessibili, tra cui cliniche universitarie, terapeuti che offrono tariffe agevolate o istituzioni pubbliche che forniscono trattamenti psicoterapeutici. Inoltre, la psicoterapia psicoanalitica non è riservata a un certo tipo di persona: è accessibile a chiunque desideri esplorare in profondità il proprio funzionamento psicologico. Come dico spesso la spesa economica mi fa pensare più ad un economia della mente: questo perché da un punto di vista psicologico ed emotivo un percorso su di sé spesso diviene dispendioso a livello di energie!

La psicoterapia psicoanalitica è una disciplina complessa e affascinante, spesso fraintesa a causa dei miti e delle idee preconcette che la circondano. Sfatare questi falsi miti è importante per far comprendere quanto questa modalità terapeutica possa offrire in termini di crescita personale, guarigione emotiva e miglioramento delle relazioni. Se desideri intraprendere un percorso di scoperta di te stesso e dei tuoi meccanismi interiori, la psicoterapia psicoanalitica può essere un valido strumento, a prescindere dalle leggende che la circondano.

https://www.mdpi.com/1660-4601/21/4/508