Il cinema e la conoscenza di sé stessi

Assomiglio più a mamma o più o papà?

Tutti i Natali per me è una tradizione andare al cinema, dedicare un paio di ore all’introspezione e poi alla scrittura. Questo Natale ho guardato il film autobiografico di Steven Spielberg “The Fabelmans” con un’intensa trama della durata di 2h e 30m. Il film racconta le origini familiari del regista, uno di quei registi che ha accompagnato le mie vacanze al mare durante l’adolescenza con la comitiva estiva.

La trama familiare sembra ruotare attorno ad un grande investimento affettivo verso Sammy, ovvero il regista, e i genitori non perdono occasione di chiedersi se il figlio assomigli più alla mamma prendendo da lei la vena artistica, o più al padre ereditando da lui la genialità scientifica e tecnica. Dunque Sammy cresce con l’amore per l’arte e con la curiosità per le tecniche all’avanguardia di proiezione, in un’epoca in cui tutto era analogico.

Il percorso per divenire sé stessi è lungo e tortuoso nella maggior parte dei casi. Psicologicamente ci muoviamo fra il desiderio di individuazione e il bisogno di appartenenza. Il processo di individuazione ci permette di realizzarci in autonomia dai nostri vincoli familiari, e certo sarà capitato ad ognuno di noi di domandarsi se quel procedere in autonomia non significhi in qualche modo tradire quel patto inconscio generazionale e familiare. Ecco perché talvolta può esser doloroso svincolarsi dalla famiglia poiché potrebbe subentrare un senso di colpa e con questo sentire anche sintomi psichici.

Anche Sammy divenuto adulto segue inizialmente la strada dell’appartenenza, salvo poi sviluppare i tipici sintomi legati all’ansia e agli attacchi di panico. In quel momento, spinto dall’amore del padre deciderà di affermarsi per quello che è: un giovane adulto pieno di talento artistico e tecnico.

Il film si conclude con un incontro speciale, in qualche modo sia per Sammy ma anche per lo spettatore: un incredibile incontro con sé stessi!