Donne a lavoro fra la gestione del tempo e della maternità

Gli esiti esistenziali di un’affermazione lavorativa sono molto variegati da soggetto a soggetto,
e i rispettivi processi di realizzazione personale e professionale andranno ad adattarsi in modo
coerente al resto delle esperienze che hanno organizzato la vita dei soggetti. In particolar modo,
ogni soggetto è chiamato ad operare un processo di mediazione fra i molteplici ruoli, i compiti
a loro annessi e le risposte soggettive alle richieste che emergono da tutto ciò.

Il processo di scelta della propria affermazione lavorativa può avvenire sulla base di conflitti impliciti, inconsci, di significati trasmessi transgenerazionalmente, ma anche sulla base di scelte consapevoli e creative.

La gestione del tempo

La gestione del tempo appare oggi di gran rilevanza poiché fattori endogeni (tratti di personalità, organizzatori di personalità, meccanismi di difesa, gestione del tempo e dello spazio) potrebbero far
emergere una dipendenza dal lavoro con l’esclusione di qualsiasi altra attività e sfera della vita.

La sociologa Hochschild, pioniera della moderna sociologia delle emozioni, parla di “inciampo
nel tempo
” per descrivere la tendenza di dover scegliere fra il tempo da dedicare al lavoro e
quello da dedicare alla famiglia.
Il tempo, appare poi fondamentale poiché è nel tempo che ci costruiamo la nostra identità, e
dal punto di vista della consapevolezza nella nostra epoca, il tempo è legato a quanto c’è da
fare, ovvero alla progettualità.

La maternità

La maternità è tra gli aspetti che influenza la gestione del tempo dei genitori a lavoro e oggi la progettualità di una maternità si può configurare come una assicurazione tramite il congelamento degli ovuli. In Italia, fino al 2016, i centri che crioconservano gli ovociti sono 121 e dei 936 bambini nati nel mondo, 350 sono nati in Italia.

Riccardo Zuffo, filosofo e psicologo del lavoro, per anni ha concentrato i suoi sforzi nello studio del rapporto tra la dimensione professionale e la maternità delle donne. Secondo l’autore infatti questo rapporto si snocciola in tre tempi essenziali: il periodo antecedente alla scelta della maternità, l’esperienza della gravidanza e il rientro lavorativo dopo la maternità.
Il periodo antecedente alla maternità è un tempo di affermazione lavorativa per la
donna, confermata nei riconoscimenti e nello status gratificante.
L’esperienza della gravidanza avviene in quello che l’autore definisce tempo della
discontinuità: la donna ha deciso più o meno consapevolmente di divenire madre e
percepisce un prima e un dopo la gravidanza. In questa fase la donna tenderebbe sul
piano identitario a confermare la propria dimensione affettiva con non poche difficoltà,
dato che ha già consolidato il proprio ruolo lavorativo in un contesto spesso veloce e fagocitante. La risposta soggettiva dipenderà sicuramente dalle differenze individuali
di ogni donna ma anche dalla divaricazione fra affetti, lavoro e bisogni.
Il rientro al lavoro colloca nella gestione del tempo e in modo prepotente la presenza di
una terzietà: il figlio.

Tre tipologie di scelte che riguardano il rientro al lavoro

Catherine Hakim è una sociologa britannica specializzata in occupazione femminile e ha analizzato le diverse tipologie di scelte che riguardano il rientro al lavoro identificando donne centrate sul lavoro, donne centrate sulla famiglia e donne adaptive. Nel primo caso la scelta è quella di dedicarsi completamente al lavoro; nel secondo caso si opta completamente verso la maternità e la cura, e nel caso delle donne adaptive ritroviamo coloro che giornalmente si trovano alle prese con il conflitto tra il desiderio di affermare la propria identità sociale con il bisogno di assecondare la nuova identità acquisita, quella di madre.

Fattori di protezione che influenzano il benessere di una donna al lavoro

I fattori psicologici protettivi che influenzerebbero una sana integrazione dei ruoli e dell’identità acquisita di madre con quella di lavoratrice sono: supporto sociale; resilienza; strategie di coping mutabili e adattabili; ruolo dell’efficacia e locus of control.

L’essenza di relazioni interpersonali di qualità, incide sul benessere dei soggetti, che più sono inseriti in una rete interpersonale estesa e complessa più percepiscono un senso di sicurezza nell’affermazione di sé. Ancor più, attribuire un significato ai desideri affermativi e relazionali, elaborando una integrazione interna sufficientemente buona, può esser un fattore per riscoprire il proprio personale e soggettivo modello di work-life balance.